“Sciopero dei tir e gelo hanno messo in ginocchio l’agricoltura”
Il gelo e lo sciopero dei tir hanno contribuito a fare salire di molto il costo della frutta e della verdura. Come e quanto questi due fattori hanno colpito l'agricoltura della nostra provincia e quanto hanno influito sui costo dei prodotti?
Il gelo e lo sciopero dei tir hanno contribuito a fare salire di molto il costo della frutta e della verdura. Come e quanto questi due fattori hanno colpito l'agricoltura della nostra provincia e quanto hanno influito sui costo dei prodotti?
Quest’anno, una serie di fattori contingenti in rapida successione ha accresciuto ancor più l’innalzamento dei costi di vari beni di consumo. Prima lo sciopero dei tir, poi le temperature rigide hanno fatto schizzare alle stelle molti generi alimentari. L’Adiconsum denuncia rincari accentuati in tutto il territorio nazionale con aumenti medi per alcuni prodotti fino a un +20%.
Gelo, soprattutto, e blocco dei camion hanno toccato anche la provincia di Alessandria. Come questi due fattori hanno inciso sulla nostra agricoltura? Quanto è stato alto il rincaro nei costi nel nostro territorio?
“La provincia di Alessandria ha risentito marginalmente dello sciopero dei tir -spiega Ilaria Lombardi di Coldiretti Alessandria– Qui lavoriamo molto in loco, grazie anche al fatto che i consumatori prediligono prodotto a chilometro zero. La domanda e l’offerta sono state compensate bene a livello provinciale. A Castelnuovo Scrivia, dove è più alta la vocazione per l’ortofrutta, sono rimasti fermi molti camion e un prodotto come l’insalata, soprattutto, ne ha patito. Cipolle, carote invece si conservano per più tempo”. Un altro fattore che ha influito pesantemente è stato il gelo “Da noi ne ha risentito in modo particolare il settore orticolo. Verze, cavoli, cavolfiori, tutti i prodotti stagionali che hanno subito rincari anche di un 20% -prosegue Ilaria Lombardi- Lo sciopero dei tir e il gelo sono state una combinazione dannosa per il comparto agricolo. Si temono ancora ripercussioni sulla viticoltura a causa delle temperature rigide. Le viti se rimangono per più di una settimana sotto i 10 gradi possono subire degli effetti che si possono valutare poi solo a primavera, così era già successo nel 1985. Quindi per questo settore, fondamentale in zone come l’acquese o l’ovadese, si potranno capire eventuali danni solo più avanti”. Certo è che l’aumento dei prezzi non si può far gravare tutto sulle spalle dei produttori. Per arrivare dal produttore al consumatore, la frutta e la verdura compiono vari passaggi: “La forbice nel percorso dal campo al tavolo subisce aumenti anche del 300%. I prezzi non sono stati aumentati dai produttori che, anzi, hanno anche avuto molti disagi. Comunque i prezzi sono sicuramente aumentati. Il prodotto scarseggiava e la domanda è rimasta la stessa. In queste situazioni si arriva a importare dall’estero. Importando dall’estero, però pur avendo un costo per il consumatore contenuto, non si conosce la qualità di quello che si mette in tavola è spesso scarsa. In ogni caso facendoli arrivare da lontano i prezzi crescono lo stesso, è logico che per più mani passa un prodotto più il costo è maggiore”.