Elettrosmog: H3g impugna il regolamento
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Redazione - redazione@ovadaonline.net  
19 Gennaio 2012
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Elettrosmog: H3g impugna il regolamento

L'operatore telefonico ricorre al Tar del Piemonte per l'annullamento della delibera del consiglio comunale del settembre scorso

L'operatore telefonico ricorre al Tar del Piemonte per l'annullamento della delibera del consiglio comunale del settembre scorso

H3G ricorre al Tribunale Amministrativo del Piemonte contro il regolamento “anti elettrosmog” del Comune di Ovada, la nuova versione più restrittiva approvata all’unanimità nella seduta del consiglio comunale dello scorso fine settembre. L’operatore telefonico, che qualche hanno fa aveva depositato una richiesta di installazione di un impianto poi caduta nel nulla, ha consegnato il suo esposto il 12 dicembre 2011. Con una delibera del 29 dicembre, pubblicata ieri sull’albo pretorio on line, l’Amministrazione ha affidato il patrocinio legale agli avvocati casalesi Paolo Monti, Giuseppe Greppi, Giorgio Razeto e Massimo Conti. L’annullamento di quando approvato in consiglio comunale quella sera è, in sintesi, la richiesta.

Sulla vicenda vige il più stretto riserbo da parte del Sindanco Andrea Oddone e dell’Assessore con delega all’ambiente Paolo Lantero, consapevoli che il rischio è quello dell’invalidazione di tutto il lavoro fatto a tutela della città. Una serie di norme più restrittive è il nocciolo del regolamento che H3G vuole abbattere: la domanda dell’operatore, se non indirizzata nelle zone “consigliate” dal comune perché a scarsa densità abitativa, secondo quanto approvato, deve dare spiegazioni tecniche per la scelta dell’ubicazione diversa (e può essere eccepita). La richiesta deve essere anche accompagnata da spiegazione precisa sulla necessità di chi la presenta. E poi: gli impianti devono superare di 6 metri l’altezza dei palazzi presenti nel raggio di 200 metri. L’altezza complessiva non può essere superiore ai 30 metri.

Al termine di quella serata molto difficile, la certezza era quella di aver trovato quello che l’Assessore Lantero chiamò “il giusto compromesso tra la necessità di inasprire le norme e di creare un regolamento difficilmente impugnabile”. Assessore e consiglieri si presero una responsabilità in più approvando il nuovo regolamento senza il parere tecnico dell’ingegnere capo del Comune, Guido Chiappone.

 

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