Ipotesi “grande Ovada” per i servizi principali
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Diego Cartasegna - redazione@ovadaonline.net  
18 Gennaio 2012
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Ipotesi “grande Ovada” per i servizi principali

Trasporti, rifiuti, servizi sociali. Necessario individuare un'associazione di comuni per rendere più forte il nostro territorio

Trasporti, rifiuti, servizi sociali. Necessario individuare un'associazione di comuni per rendere più forte il nostro territorio

 Nascerà una “Grande Ovada”, un unico comune che raggrupperà i 16 centri della zona? L’ipotesi è piuttosto remota, ma non del tutto fantascientifica. Infatti le norme ci sono e prevedono, tra l’altro, la progressiva eliminazione dei Consorzi, la trasformazione delle Comunità Montane in Unioni di Comuni e l’obbligo per i Comuni più piccoli di gestire alcuni servizi in forma associata (mentre non si capisce ancora se le Province spariranno o meno).

Con queste novità all’orizzonte, l’Ovadese si trova di fronte a scelte decisive. La nostra è una zona piuttosto piccola (28.000 abitanti) dal punto di vista demografico anche se con un territorio piuttosto vasto e spezzettato in 16 Comuni. E con queste caratteristiche è anche assai fragile. In ballo ci sono servizi importanti, come i trasporti (la Saamo) e i servizi sociali, entrambi gestiti in associazione tra gli enti locali del nostro territorio.

Cosa succederà nei prossimi mesi? I Comuni hanno davanti alcune opzioni che prefigurano scenari diversi. Possono essere stipulate delle semplici convenzioni tra le varie amministrazioni per la gestione dei singoli servizi. Si tratta di una soluzione flessibile e modulare che non comporta una scelta definitiva, anche se l’obiettivo a medio termine dovrebbe essere una sempre maggiore convergenza. L’altra possibilità consiste nella costituzione di un’Unione dei 16 Comuni che gestisca tutti i servizi che è necessario mettere insieme con la finalità – in prospettiva piuttosto remota – della formazione di un unico Ente locale, una “Grande Ovada”, insomma.

Ma potrebbe anche non capitare nulla di tutto questo. I Comuni che oggi fanno parte delle Comunità montane potrebbero aderire alle Unioni, così come quelli dell’Unione collinare resterebbero dove sono (Carpeneto però ne è già uscito); a questo punto rimarrebbero fuori Ovada, Rocca Grimalda, Silvano d’Orba, Castelletto e, appunto, Carpeneto. Un po’ pochini: riuscirebbero forse a stento a gestire insieme i servizi sociali. La zona, insomma, risulterebbe spezzettata, si butterebbero a mare molte positive esperienze. Risultato: i trasporti (leggi Saamo) potrebbero subire il colpo finale e magari anche qualcos’altro potrebbe essere perso. Abbiamo l’impressione che il futuro dell’Ovadese a quel punto non sarà tanto roseo.

I prossimi mesi saranno decisivi. Vedremo se Ovada saprà esercitare forza attrattiva, se i paesi sapranno rinunciare ad un po’ di “campanile”, se si troverà una quadra per affrontare uniti le nuove sfide: per esempio accordi e collaborazioni con zone vicine in ordine al turismo, allo sviluppo del territorio, rapportandosi alla Regione non solo uniti (come si è stati finora) ma con una struttura amministrativa unitaria ancorché in embrione.

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