Reddito e condizioni di vita: i dati dell’Istat
Quasi un quarto degli italiani è a rischio di povertà o di esclusione sociale. Difficoltà economiche delle famiglie: si conferma lo svantaggio del Sud. In Italia la diseguaglianza è leggermente più alta della media europea. Sugli aumenti di prezzi e tariffe interviene la Federconsumatori
Quasi un quarto degli italiani è a rischio di povertà o di esclusione sociale. Difficoltà economiche delle famiglie: si conferma lo svantaggio del Sud. In Italia la diseguaglianza è leggermente più alta della media europea. Sugli aumenti di prezzi e tariffe interviene la Federconsumatori
Nel biennio 2009-2010 risultano sostanzialmente stabili in Italia sia il “rischio di povertà” (dal 18,4 al 18,2%), sia quello di “grave deprivazione materiale” (dal 7 al 6,9%), mentre è aumentata dall’8,8 al 10,2 % la quota di persone che vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro, dove cioè le persone di età compresa tra i 18 e i 59 anni lavorano meno di un quinto del tempo.
Germania e Francia mostrano valori inferiori a quello italiano sia del “rischio di povertà”, sia dell’indicatore di “grave deprivazione materiale”. In Italia e in Francia è più marcato il rischio di povertà per i giovani fra i 18 e i 24 anni, rispetto alle generazioni più anziane. In Italia, inoltre, è più alto il rischio di povertà per i minori di 18 anni.
Nel 2010, il 16% delle famiglie residenti in Italia ha dichiarato di arrivare con molta difficoltà alla fine del mese. L’8,9% si è trovato in arretrato con il pagamento delle bollette; l’11,2% con l‘affitto o il mutuo; l’11,5% non ha potuto riscaldare adeguatamente l’abitazione.
Il 12,9% delle famiglie abitanti nel Mezzogiorno è gravemente deprivato, valore più che doppio rispetto al Centro (5,6%) e più che triplo rispetto al Nord (3,7%).
Questi i dati pubblicati dall’Istat a fine 2011.
Per Federconsumatori il 2011 si è chiuso con un bilancio estremamente pesante per le famiglie. Gli aumenti record dei carburanti, l’aumento dell’Iva e la crescita dei prezzi e delle tariffe hanno messo a dura prova i bilanci familiari e, viste le premesse, il 2012 rischia di essere ancora peggiore.
L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha calcolato le previsioni di aumento di prezzi e tariffe nel 2012, anche alla luce degli effetti delle manovre economiche varate quest’anno. Il risultato è drammatico: gli aumenti toccheranno quota +2103 euro a famiglia, quasi la metà di quanto una famiglia media spende per la spesa alimentare in un anno (in base ai dati Istat). Aumenti che determineranno pesantissime ricadute sullo stile di vita delle famiglie e sull’intera economia, che dovrà continuare a fare i conti con una profonda e prolungata crisi dei consumi.
“È ora di puntare sul rilancio: ripresa della domanda di mercato, liberalizzazioni e investimenti per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico. Questi dovranno essere i buoni propositi del Governo per l’anno nuovo” dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
Sempre secondo Federconsumatori, per l’elettricità l’aumento sarà di oltre 22 euro sulla spesa annua di una famiglia media (che consuma 2700 kWh annui) e si andrà ad aggiungere ai 24 euro di aumento registrati nel 2011. Inoltre i 32 euro che le famiglie spenderanno in più per l’aumento del metano incrementeranno in modo abnorme la spesa per tale voce, dal momento che si sommeranno ai 139 euro di maggiore spesa sopportata nel 2011 per il consumo medio annuo di 1400 metri cubi.
“La famiglie non ne possono più! Anche per noi è inaccettabile che, per attutire i rigori del freddo invernale, gli italiani debbano pagare il 37% di imposte per ogni metro cubo di metano. Imposte che raggiungono questa entità anche perché l’Iva al 21% viene calcolata sulle accise territoriali oltre che sul gas. È necessario, quindi, che almeno per il consumo medio di 1400 metri cubi l’Iva venga ridotta all’aliquota agevolata del 10% – sostengono dall’associazione di tutela dei consumatori – Per quanto riguarda l’elettricità, invece, il sostengo delle fonti rinnovabili, che ha un’incidenza notevole sulle bollette (circa il 12%), deve essere pagato attraverso la fiscalità generale. È assurdo, infatti, che le famiglie siano chiamate a pagare per finanziare un miglioramento ambientale, che è di interesse generale, ad esempio in base al numero dei figli e non in base al proprio reddito, come sarebbe più equo”.
La Federconsumatori per fronteggiare la crisi economica che imperversa sulle famiglie “richiede con urgenza un intervento del Governo e dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas per una rapida revisione delle norme e delle procedure che regolano l’erogazione dei bonus per la bolletta del gas e dell’elettricità alle famiglie in condizioni economiche disagiate. Bonus che è finanziato dagli altri consumatori, senza alcun intervento dello Stato”.