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Vico Chiuso San Francesco diventerà un punto di passaggio
Quattro accessi: sulla nuova piazzetta anche tre negozi. Ora si pensa al nuovo nome da dare all'area
Quattro accessi: sulla nuova piazzetta anche tre negozi. Ora si pensa al nuovo nome da dare all'area
Vico Chiuso San Francesco: il passaggio che unisce via San Paolo a via Gramsci, costeggiando la scuola di musica, non è più “chiuso”. Stanno terminando i lavori per realizzare il nuovo complesso residenziale, all’avanguardia dal punto di vista energetico: il selciato in porfido del vicoletto è completo, l’arco di accesso da via Gramsci è stato dotato di due faretti incassati nel pavimento. E tra via San Paolo e il nuovo edificio a corte (18 appartamenti), è stata ricavata una piazza di 700 metri quadri che, nel giro di poche settimane, sarà pronta per diventare un’agorà di cui non resta che decidere il nome.
L’area, un tempo senza sbocchi, diventerà un punto di passaggio, con ben quattro accessi: due da via San Paolo (oltre a quello attuale, un altro varco sarà quello nell’archivolto tra l’ottica Ugo e il negozio Celeste) e due da via Gramsci (uno dall’arco ristrutturato su vico San Francesco, l’altro dai parcheggi ricavati in uno dei bracci del nuovo edificio). I passanti confluiranno sempre nella nuova piazzetta, su cui affacceranno anche tre negozi.
“Due sono già stati venduti” dice l’architetto Nicola Baretto, che ha curato il progetto per conto dell’impresa costruttrice Vada. La piazza sarà pedonale e caratterizzata da un’aiuola al centro, corredata di panchine, dove sarà piantato un ulivo: se non ci saranno intoppi col maltempo, lo spazio pubblico sarà aperto già nel mese di gennaio, così come i 18 parcheggi coperti.
Gli ovadesi hanno avuto un assaggio dell’impatto estetico del complesso qualche giorno fa quando, per questioni tecniche, il passaggio è stato deviato al centro della piazza. Ora l’area è stata di nuovo recintata per ultimare i lavori.
Intanto, si pensa a come ribattezzarla. Inizialmente la nomenclatura resterà “vico Chiuso San Francesco” ma pare che il Comune sia intenzionato a una diversa intitolazione. “Non abbiamo ancora idee: per ora, a livello tecnico, ci riferiamo alla zona come alla piazzetta dell’ulivo” spiega l’assessore Simone Subrero. Ma vista l’esistenza di una piazza omonima, piazza Olivo, in un altro punto del centro storico, difficilmente sarà quello il nome definitivo.
L’Accademia Urbense potrebbe avanzare qualche proposta. “Se ce lo chiederanno, diremo la nostra – annuncia il presidente, Alessandro Laguzzi – Ci sono molti personaggi ovadesi che meriterebbero di essere ricordati e questa potrebbe essere l’occasione giusta”.
L’area, un tempo senza sbocchi, diventerà un punto di passaggio, con ben quattro accessi: due da via San Paolo (oltre a quello attuale, un altro varco sarà quello nell’archivolto tra l’ottica Ugo e il negozio Celeste) e due da via Gramsci (uno dall’arco ristrutturato su vico San Francesco, l’altro dai parcheggi ricavati in uno dei bracci del nuovo edificio). I passanti confluiranno sempre nella nuova piazzetta, su cui affacceranno anche tre negozi.
“Due sono già stati venduti” dice l’architetto Nicola Baretto, che ha curato il progetto per conto dell’impresa costruttrice Vada. La piazza sarà pedonale e caratterizzata da un’aiuola al centro, corredata di panchine, dove sarà piantato un ulivo: se non ci saranno intoppi col maltempo, lo spazio pubblico sarà aperto già nel mese di gennaio, così come i 18 parcheggi coperti.
Gli ovadesi hanno avuto un assaggio dell’impatto estetico del complesso qualche giorno fa quando, per questioni tecniche, il passaggio è stato deviato al centro della piazza. Ora l’area è stata di nuovo recintata per ultimare i lavori.
Intanto, si pensa a come ribattezzarla. Inizialmente la nomenclatura resterà “vico Chiuso San Francesco” ma pare che il Comune sia intenzionato a una diversa intitolazione. “Non abbiamo ancora idee: per ora, a livello tecnico, ci riferiamo alla zona come alla piazzetta dell’ulivo” spiega l’assessore Simone Subrero. Ma vista l’esistenza di una piazza omonima, piazza Olivo, in un altro punto del centro storico, difficilmente sarà quello il nome definitivo.
L’Accademia Urbense potrebbe avanzare qualche proposta. “Se ce lo chiederanno, diremo la nostra – annuncia il presidente, Alessandro Laguzzi – Ci sono molti personaggi ovadesi che meriterebbero di essere ricordati e questa potrebbe essere l’occasione giusta”.