A Casale il fibroma uterino si opera senza bisturi
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Redazione - redazione@alessandrianews.it  
15 Dicembre 2011
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A Casale il fibroma uterino si opera senza bisturi

Sono già tre gli interventi di embolizzazione uterina eseguiti con successo presso la Radiologia del Santo Spirito su pazienti ricoverate in Ginecologia

Sono già tre gli interventi di embolizzazione uterina eseguiti con successo presso la Radiologia del Santo Spirito su pazienti ricoverate in Ginecologia

Il fibroma uterino è un tumore benigno dell’utero, molto frequente nelle donne in età fertile, che può provocare emorragie e dolore. La sua incidenza nella popolazione femminile italiana in fascia d’età tra i 35 e d i 50 anni può arrivare al 70% e su di una considerevole percentuale di questi, circa il 25%, è necessario intervenire perché non rispondono alla terapia farmacologica. Per curare questi casi negli anni ’90 è nata a Parigi una tecnica alternativa a quella chirurgica, denominata “embolizzazione uterina”. Oggi questo tipo di intervento viene praticato i molti ospedali italiani, prevalentemente nelle Strutture di Radiologia Interventistica e tra questi, dal mese di novembre di quest’anno si può annoverare anche il Santo Spirito di Casale Monferrato. Qui infatti, grazie alla collaborazione instaurata tra il reparto di Ostetricia e Ginecologia diretto dal dottor Roberto Chiapponi ed il Servizio di Radiologia diretto dal dottor Stefano Barbero, è stata sperimentata per la prima volta questa tecnica che consente di trattare fibromi sintomatici, vale a dire dolorosi o sanguinanti, senza la necessità di incidere la paziente. Il dottor Barbero, coadiuvato dal dottori Carlo Tappero dirigente medico di Radiologia e Giacomo Taverna, medico specialista in formazione dell’Università degli Studi di Torino, hanno effettuato nelle scorse settimane tre interventi di “embolizzazione endovascolare” di fibromi uterini sintomatici, su altrettante signore ricoverate presso il reparto di Ginecologia e Ostetricia, rispettivamente di 55, 54 e 40 anni.

“Lo scopo della procedura è quello di ridurre le dimensioni dei fibromi uterini evitando l’intervento chirurgico invasivo – spiega il dottor Barbero – La tecnica consiste nell’introdurre catetere da un millimetro circa nelle arterie che nutrono l’utero per inviare delle particelle di materiale plastico che vanno a chiudere i piccoli vasi responsabili della vascolarizzazione dei fibromi che, non più alimentati, si atrofizzano fino a scomparire”. Preliminarmente alla procedura la Paziente viene studiata mediante un’angio-TC per mappare correttamente la vascolarizzazione del fibroma e dopo l’intervento, già a distanza di 24 ore, viene dimessa in attesa dei successivi controlli radiologici necessari a confermare il successo dell’intervento. Innegabili i vantaggi di questa nuova metodologia applicata al Santo Spirito, alcuni dei quali illustrati dal dottor Chiapponi: “A differenza dell’intervento chirurgico si evitano cicatrici sull’utero e quindi il rischio di infertilità delle pazienti è ridotto rispetto alla tecnica tradizionale e ciò rende l’intervento di embolizzazione consigliabile anche a giovani donne in età fertile. L’applicazione di questa tecnica mininvasiva inoltre determina minori complicanze ed ha meno rischi legati all’ospedalizzazione, dal momento che parliamo di un ricovero breve, anche solo di 2 giorni, a fronte di più traumatici interventi in anestesia totale che possono richiedere degenze di 5-7 giorni nella migliore delle ipotesi”.

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