Saamo: la lungimiranza non e’ immobilismo
Prosegue la polemica innescata dall'attacco degli autisti a chi ha diretto l'azienda. Ospitiamo l'opinione di l'ha dirette negli anni passati
Prosegue la polemica innescata dall'attacco degli autisti a chi ha diretto l'azienda. Ospitiamo l'opinione di l'ha dirette negli anni passati
“La Saamo, come molti ricorderanno, è soprattutto l’invenzione di un assessore comunale di Ovada che, negli anni Settanta, precorrendo i tempi della diffusione delle Spa pubbliche, proponeva ai 16 comuni dell’ovadese di gestire in proprio il servizio di Trasporto Pubblico. Da allora a periodi di relativa “calma”, si son succeduti periodi più critici, con l’avvento dei “ripiani” di deficit di esercizio da parte dei soci, per compensare uno squilibrio di bilancio sempre maggiore. Negli anni Novanta sono cominciate le “manovre” dei diversi consigli di amministrazione succedutisi, sempre coadiuvati dagli ottimi dipendenti dell’azienda, per contrastare le criticità del “nuovo corso” e consentire all’azienda di sopravvivere in autonomia.
Ma la “mossa” che ha portato maggior “ossigeno” all’azienda è stata quella di attivare un secondo “ramo” della stessa nel settore dell’Igiene Ambientale.
Ciò ha consentito nuovi investimenti in opere (l’Oasi Ecologica) mezzi e risorse umane, oltre che riequilibrare i bilanci aziendali, anche quando, per legge, non è stato più possibile attingere al meccanismo delle convenzioni.
Parallelamente, nel 2004, si inizia a parlare di gara per l’affidamento del trasporto pubblico a livello provinciale e alla necessità di “unire” tutte le 14 aziende che svolgono il servizio in provincia, per una migliore economia di scala. Le aziende si riuniscono in una Associazione Temporanea di Imprese e, successivamente, in una società consortile con la previsione di trasformarla in “società di capitali”, per poter razionalizzare i servizi, ridurre i costi e cercare di mantenere le “corse”: ciò non è ancora avvenuto e le aziende stanno vivendo, anche per questo, una situazione di incertezza che, quando non genera vere e proprie difficoltà di liquidità, crea comunque disagio.
Tra esse la Saamo, in virtù delle scelte fatte, continua a “sopravvivere” meglio di altri.
Quando nasce la Econet, con cessione da parte della Saamo del ramo di azienda dell’Igiene Ambientale, la sede operativa viene mantenuta a Ovada, nell’ovadese gli addetti del settore passano da 11 a 30 (sui 75 totali) e il bacino di utenza si amplia da 6 a 50 comuni.
Se l’azienda è sopravvissuta sino a ora e la sua gestione è stata tale da non portare oneri aggiuntivi ai comuni soci e, di conseguenza, ai cittadini, crediamo che ciò sia dovuto alla “lungimiranza” (più che a miopia e immobilismo) di chi ha operato, a ogni livello, all’interno e in supporto a essa. Se verranno ulteriormente tagliati i contributi regionali, occorrerà cercare un nuovo modo per “bilanciare” costi e ricavi ma, in ogni caso, dovremo far arrivare una “voce” unita, a sostegno delle nostre ragioni, in Regione”. (Alcuni ex amministratori Saamo).