Scuola ovadese: si va verso due maxi istituti
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Edoardo Schettino - redazione@ovadaonline.net  
9 Novembre 2011
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Scuola ovadese: si va verso due maxi istituti

Gli attuali tre sono sotto il numero minimo di 1.000 iscritti previsto dalla nuova legge. Molare ha la delega per le scuole di montagna ma dirigerà un comprensivo da 1038 studenti

Gli attuali tre sono sotto il numero minimo di 1.000 iscritti previsto dalla nuova legge. Molare ha la delega per le scuole di montagna ma dirigerà un comprensivo da 1038 studenti

 Sono giorni d’attesa per tutte le scuole dell’Ovadese, che ben presto si troveranno a fare i conti con i nuovi tagli previsti per il sistema scolastico nazionale dall’ultima legge Finanziaria. Sulla scrivania dei sindaci c’è l’assetto degli istituti che per legge dovranno gestire le scuole materne, elementari e medie raggiungendo un numero di studenti non inferiore a 1.000. Attualmente nell’Ovadese abbiamo il comprensivo di Ovada a quota 826 iscritti, la direzione didattica di via Dania a 698 e il comprensivo di Molare con 536 studenti.

 

Quest’ultimo ha ottenuto la deroga prevista dalla Regione in qualità di scuola di montagna a quota 500. Una decisione definitiva dovrebbe essere presa il prossimo 17 novembre al termine degli “stati generali” della scuola, ai quali parteciperanno i sindaci, i dirigenti scolastici e le rappresentanze delle scuole, compresi i genitori. Si discuterà dell’opportunità di creare due soli istituti più grandi: il primo comprenderebbe le scuole dell’infanzia di via Galliera, della “Giovanni Paolo II” di via Dania, delle Primarie “Damilano” e “Giovanni Paolo II”, della scuola di secondo grado “Pertini” per un totale di 1050 iscritti. Al nuovo Istituto Comprensivo di Molare andrebbe invece la gestione delle scuole dell’infanzia e primarie dei paesi nonché delle medie di Castelletto e Silvano d’Orba , mantenendo anche la prerogativa di “scuola di montagna”.“Nessuna decisione definitiva è ancora stata presa  – spiega Sabrina Caneva, assessore all’Istruzione del comune di Ovada – Da parte nostra c’è la volontà di evitare ulteriori nuovi tagli. Vogliamo gestire le nostre scuole, senza subire imposizioni dall’alto e preservando al tempo stesso l’offerta formativa e le professionalità esistenti.

Ci stiamo confrontando in questi giorni con i Sindaci, i Dirigenti scolastici, l’Ufficio provinciale e le rappresentanze per operare al meglio”. Lo scopo è quello di avere due realtà forti che non si facciano concorrenza fra loro. Il numero di poco superiore a 1.000 unità per entrambi gli istituti sembra quello più favorevole dal punto di vista del rapporto tra ragazzi e personale scolastico e dovrebbe consentire una gestione più agevole. La Regione Piemonte ha stabilito un tempo massimo di tre anni per determinare l’assetto definitivo. Il rischio, se non ci si muove tempestivamente, è però quello di perdere presidi e segreteria per la decisione del Ministero di non nominarli nelle scuole attualmente sottodimensionate.

Inoltre è già obbligatorio che tutti gli istituti diventino dei Comprensivi (dalle materne alle medie) dal prossimo anno; in questo caso la Direzione Didattica di via Dania sarebbe già fuori norma. In questa fase fondamentale sarà monitorare quanto accade anche nelle altre zone della provincia.

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