Si spacca il fronte del “no” sul decreto taglia comuni
Home

Si spacca il fronte del “no” sul decreto taglia comuni

Fornaro: "Non si tratta di difendere chissà quali privilegi della casta, ma un'architettura istituzionale funzionale al Piemonte." Per Marubbi, invece, "l'accorpamento è necessario"

Fornaro: "Non si tratta di difendere chissà quali privilegi della casta, ma un'architettura istituzionale funzionale al Piemonte." Per Marubbi, invece, "l'accorpamento è necessario"

Prosegue, all’interno delle forze politiche, il dibattito sulla manovra governativa che prevede l’accorpamento dei piccoli comuni, al di sotto dei 1000 abitanti. In Provincia sono molti i centri potenzialmente interessati. Sull’argomento è intervenuto il sindaco di Castelletto d’Orba e consigliere provinciale del Pd Federico Fornaro: “E’ necessaria un’azione coordinata dei parlamentari piemontesi e delle associazioni dei comuni, affinché in fase di conversione in legge del decreto sulla manovra, sia radicalmente modificata la norma che prevede l’accorpamento obbligatorio dei comuni inferiori ai 1.000 abitanti e la soppressione delle Giunte e dei Consigli comunali in queste realtà. Non si tratta di difendere chissà quali privilegi della casta, ma, al contrario, un’architettura istituzionale che ha prodotto in Piemonte tanto buon governo della cosa pubblica in secoli di storia”. Fornaro individua invece un’altra via possibile per il risanamento del bilancio statale e il taglio dei costi: “E’ giusto, invece, accelerare sulla strada della gestione associata dei servizi, evitando però forzature (bacino minimo di 10.000 abitanti) che non tengono in nessun conto le distanze chilometriche esistenti tra i comuni e il carattere collinare e montano di larga parte del territorio della nostra regione. Oltretutto cancellare dalla cartina geografica metà dei comuni del Piemonte in nome dei tagli ai costi della politica è una autentica presa in giro nei confronti dei cittadini: un ministero inutile quale quello sull’ “attuazione del programma” costa ben di più di tutti i consigli comunali dei 1.944 comuni italiani che il Governo vuole eliminare”.
Germano Marubbi, assessore al bilancio del comune di Novi ha fatto invece qualche conto, riportato sul suo blog . Dati alla mano, “più diminuisce il numero dei residenti, più aumenta il contributo statale per ogni abitante”. E fa esempi concreti, prendendo i dati dal sito del ministero degli interni: 
Novi Ligure riceve nel 2011 5.036.227 euro. E ci abitano 28.687 persone. I comuni del Novese con meno di 1.000 abitanti hanno in tutto 8.591 abitanti. E ricevono in totale 3.199.578 euro.
Dunque, per ogni residente a Novi lo stato trasferisce 175,56 euro. Per ogni residente in un piccolo comune, ne trasferisce 372,43. Più del doppio.
Ma si dirà, ci sono i comuni di montagna. Mica si possono fare confronti. Giusto. Vediamo il dettaglio. Nei comuni di montagna (Voltaggio, Parodi, Cabella, Cantalupo, Carrosio, Fraconalto, Albera, Rocchetta, Mongiardino, Roccaforte e Carrega) vivono 4.498 persone. E lo Stato trasferisce 1.780.512 euro. Negli altri piccoli comuni abitano 4.093 persone. E lo Stato trasferisce 1.419.065 euro. Non c’è correlazione”.
La conclusione, secondo Marubbi, è che “forse è anche vero che non si risolvono – tutte e subito – togliendo i comuni sotto i 1.000 abitanti. E forse è vero che servirebbero accorpamenti studiati meglio. Ma intanto quelle inefficienze ci sono. E se non c’è più un euro, forse non ce le possiamo più permettere. Per questo io penso che l’accorpamento dei piccoli comuni sia, non solo giusto, ma necessario”.
 

Articoli correlati
Leggi l'ultima edizione