Sull’ospedale richieste precise, risposte ancora fumose
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Redazione - redazione@ovadaonline.net  
21 Luglio 2011
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Sull’ospedale richieste precise, risposte ancora fumose

Tanti cittadini al consiglio comunale aperto. L'amministrazione ha presentato un documento bipartisan che chiede di mantenere attivo il pronto soccorso e le eccellenze. Per la Regione, Cavallera e Molinari rinviano le risposte a dopo l'approvazione del piano sanitario

Tanti cittadini al consiglio comunale aperto. L'amministrazione ha presentato un documento bipartisan che chiede di mantenere attivo il pronto soccorso e le eccellenze. Per la Regione, Cavallera e Molinari rinviano le risposte a dopo l'approvazione del piano sanitario

Un documento condiviso e firmato da tutte le forze politiche dell’ovadese. Lo ha letto Angelo Priolo, esponente del Popolo della Libertà, nella fase introduttiva del consiglio comunale aperto, convocato ieri sera nei giardini della scuola di musica, per discutere del futuro della sanità e del distretto socio sanitario. “Tutte le forze politiche – si legge – appoggiano la richiesta di mantenimento del Pronto Soccorso, efficace ed efficiente, dell’Ospedale di Ovada e delle sue eccellenze e della conferma dell’organizzazione autonoma dell’Ovadese sia per i Servizi Sociali che per il Distretto Sanitario. Ritengono essenziale partire da questi punti fermi per discutere insieme l’assetto complessivo della sanità e dell’assistenza sul territorio”. L’impegno è quello di sostenere le ragioni dei cittadini dell’Ovadese dando un seguito alle istanze di tutta la zona culminate nella manifestazione del 26 marzo scorso.

“Prendiamo atto – è intervenuto il Sindaco Andrea Oddone nella sua relazione introduttiva – della disponibilità mostrata da Claudio Zanon a mantenere il nostro distretto socio sanitario così com’è ora. Aspettiamo però di vedere una documento ufficiale che lo confermi. Per quanto riguarda il Pronto Soccorso chiediamo che tutto rimanga com’è ora: esistono deroghe specifiche per zone disagiate in cui gli spostamenti sono difficili e la popolazione anziana è numero che ben di adattano alla nostra realtà. Sull’ospedale: abbiamo fatto nostro il concetto di rete già nel 2008. Per questo motivo non potremo rinunciare alle due eccellenze che la nostra struttura ospita: oncologia e fisiatria”.

C’è anche spazio per una risposta al sindaco di Casale Giorgio Demezzi che in consiglio comunale aveva attaccato duramente il reparto di chirurgia dicendo che “fa 150 interventi all’anno, una seduta alla settimana, che può essere un rischio per cittadini”. “La considero una caduta di gusto – ha precisato Oddone – e un’entrata a gamba tesa”. Dell’attività di chirurgia ha parlato Raffaella Ribatto, delegato Cisl: “Nell’ultimo anno le operazioni sono state 1.334, gli indici di sicurezza sono in linea con quelli degli altri ospedali. Auspichiamo pubbliche scuse da parte del sindaco di Casale”.

“Il dialogo richiesto dai sindaci sul territorio – ha ribattuto a Oddone il vice presidente della Regione Ugo Cavallera – ci sarà ed è già partito. Sul distretto, nell’alessandrino c’è una situazione che è consolidata su sette realtà. Credo si tratti di un equilibrio che ha dato buoni frutti e che deve essere sicuramente riproposto”. Per l’ospedale: la scelta di organizzare tutto tramite un’unica Asl è dettata dall’esigenza di gestire meglio le risorse. Il margine per eventuali deroghe è ampio”. “Ad oggi – ha fatto eco Riccardo Molinari – per quanto riguarda il Pronto Soccorso fa riferimento la delibera del 7 aprile in cui sta scritto che sopra i 10 mila passaggi è prevista un’apertura su 24 ore. Se per l’ospedale non è ancora stato detto che cosa rimarrà è semplicemente perché a oggi non è ancora stato presentato il Piano Socio Sanitario: siamo solo alle linee guida. Nello specifico è stata esaminata solo la situazione del comparto delle Molinette di Torino”. 

“M’interessa poco – ha obiettato padre Ugo Barani, presidente dell’Osservatorio Attivo – sapere come si chiamerà quello che c’è a Ovada. E’ più importante sapere cosa ci rimane. Mi è stato da poco segnalato il caso di una persone che s’è tagliata un dito sul lavoro. Al Pronto Soccorso non è stato possibile fargli la lastra, il filo per dargli due punti non c’era, la colla nemmeno. E’ stato poi operato a Pietra Ligure per mettergli a posto il tendine reciso”.
(foto di Ennio Saccà)
 

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