Logistica, il Nord Ovest rilancia la sfida mentre Alessandria…
Piemonte, Liguria e Lombardia si ritrovano a Genova per il secondo incontro dopo Novara. Gli assi di sviluppo passano per la provincia che però viene coinvolta solo in parte, in attesa di risolvere alcuni nodi del terzo valico ferroviario
Piemonte, Liguria e Lombardia si ritrovano a Genova per il secondo incontro dopo Novara. Gli assi di sviluppo passano per la provincia che però viene coinvolta solo in parte, in attesa di risolvere alcuni nodi del terzo valico ferroviario
E Alessandria quale ruolo potrà giocare? Importante rispetto al nodo interportuale di Rivalta Scrivia dove, pur a fronte di limiti strutturali della rete ferroviaria, è potenzialmente possibile fare aumentare i traffici da Genova (il legame è storico) e da Savona per consentire servizi di ‘feederaggio’ ferroviario competitivi con i retroporti attraverso interventi definiti ‘leggeri’ per risolvere le problematiche attraverso gli itinerari via San Giuseppe di Cairo – Alessandria. La revisione di alcune varianti nel Novese potrebbero consentire di introdurre una gestione di smistamento dei convogli per indirizzare i flussi su più assi, ma quello che sembra restare ancora una volta fuori dai giochi è il capoluogo e l’area dello scalo ferroviario. Gli unici adeguamenti previsti sono quelli per adattare la linea al passaggio delle nuove sagome dei vagoni portacontainer che sono di maggiori dimensioni. L’unica linea pronta è la Genova – Ovada, ma non mancano elementi critici, sottolineati dagli operatori, come “i tempi e costi di manovra a Genova e Voltri; l’operatività della stazione di Rivalta Scrivia e alcuni limiti prestazionali”. Mentre il nodo di Novara sta lavorando al limite della capacità e ha bisogno di ampliamenti e potenziamento perché lo spazio a disposizione è praticamente finito, Alessandria, dove lo spazio c’è, rimane fuori da questi giochi.
Per comprendere meglio le potenzialità, ma anche le criticità e i limiti strutturali, ecco qualche dato riassunto nel dossier della logistica presentato l’anno scorso agli ‘Stati generali della logistica del Nord Ovesti’ che si sono svolti a Novara. Allo stato attuale la quota modale della ferrovia, rispetto al trasporto delle merci, varia “dal 13 per cento del traffico totale a Genova – Voltri al 35 per cento di La Spezia, primo porto italiano per l’utilizzo della ferrovia e quota ferroviaria allineata ai principali porti europei, mentre a Savona costituisce una quota del tutto residuale. Le future quote modali attribuite alla ferrovia, qualora si realizzino tutti gli interventi previsti (progetti di potenziamento di Genova, Voltri e La Spezia, nuova piattaforma multipurpose di Vado il cui avvio operativo è previsto per l’anno 2018), si elevano – si legge sul rapporto – fino al 50 per cento di La Spezia e al 40 per cento degli altri porti liguri. Il potenziale del traffico container via ferrovia totalizzerebbe oltre tre milioni di teu (twenty-foot equivalent unit: unità da 20 piedi, pari a circa 6,1 metri di lunghezza che è la misura standard di un container) rispetto a un traffico totale che, a regime, traguarda la soglia dei 6,8 milioni di teu”.